MALATI DI IDEE

Poco fa in Facebook, nella bacheca di un mio amico, è apparso il link a un articolo di giornale dove si parlava di un episodio di razzismo fra giovani calciatori e fra i loro genitori.
Il razzismo è senza dubbio criticabile. Ma è un po’ troppo facile pensare che quelli che usano la parola “negro” (o anche “sporco negro”) siano razzisti, mentre tutti gli altri siano brave persone.

Invece forme striscianti di discriminazione, che di fatto è razzismo anche se non si basa sulle distinzioni di razza, ce le portiamo dentro anche noi tutti i giorni.
Quando si dà del “nano” a una persona bassa si è razzisti. Non si sta criticando asetticamente l’occasionale comportamento specifico, ma piuttosto si denigra l’apparenza fisica. E’ la stessa cosa che essere razzisti.
Dovrebbero ricordarsene coloro che danno del “nano” a Berlusconi oppure quelli che definicono “stupidi” (o simili) coloro che non la pensano come loro.
E’ razzismo pure il pensare che il mondo si divida in due razze: quelli che capiscono (noi) e quelli che non ne sono capaci e che sono “pericolosi” (i grillini, quelli di destra, quelli che votano Renzi oppure Bersani, o Berlusconi, o …).

Si può non essere d’accordo con le idee, ma chi è “portatore” di idee differenti dalle nostre non ha mai minore dignità e non è peggiore di noi.
Siamo tutti malati del nostro modo di pensare. E’ inutile tentare di tenere a bada chi ha germi diversi dai nostri gridando: “sei infetto”. Lo siamo anche noi. Perché anche il nostro punto di vista, per gli altri, è una malattia.

Heriold