Era l’inizio di un giorno di sole asciutto e leggero. L’aria era appena fresca di quella luce che irrompe e si spande ovunque dopo una notte di pioggia di metà settembre.
Le otto del mattino. Fuori del liceo i ragazzi vociavano, intrecciavano nel sole i primi flirt e si scambiavano con curiosità le figurine, nell’attesa che si facesse ora di entrare.
Le auto sul viale erano poche, anzi, in realtà, da quella strada di un tranquillo quartiere residenziale passava solo qualche genitore che accompagnava i figli alle lezioni. Il rumore del traffico cittadino non giungeva fin lassù. Ad ascoltare bene, si sarebbe potuto anche sentire il canto degli uccelli rincorrersi di ramo in ramo: un piccolo angolo di paradiso, nascosto nel verde, in cima alla collina.
Si sa che i primi giorni di scuola hanno quella leggerezza del riveder gli amici (o le amiche) dopo il distacco delle vacanze. Non sono ancora fatti cupi dal peso dei primi risultati negativi. Come i suoi compagni, dunque, anche Giorgio quel mattino era di buon umore e guardava con piacere alla giornata che andava a iniziare.